Mi sto preparando per lunedì: ho un incontro importante.
Sto spulciando PubMed, il grande database che abbiamo a disposizione, per cercare notizie recenti e utili sulla relazione che c’è tra l’alimentazione e alcune importanti malattie neurodegenerative come la sclerosi multipla, la demenza e il morbo di Alzheimer.
Quello che emerge chiaramente è il ruolo chiave della vitamina D.
L’ultima conferma arriva da un gruppo di ricercatori della University of Exeter Medical School, in Inghilterra. Il loro ultimo lavoro è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Neurology. “Ci aspettavamo di trovare un’associazione tra bassi livelli di vitamina D e il rischio di demenza e di morbo di Alzheimer – hanno detto i ricercatori – ma i risultati sono stati sorprendenti. In realtà abbiamo scoperto che l’associazione era 2 volte più forte di quanto pensavamo”.
Lo studio ha coinvolto 1.658 persone over 65 senza problemi neurologici ai quali hanno valutato i livelli ematici di vitamina D. Dopo 6 anni 203 partecipanti hanno sviluppato la demenza o il morbo di Alzheimer. L’analisi dei dati ha evidenziato che bassi livelli di vitamina D danno un rischio aumentato del 53% di sviluppare malattie neurodegenerative, mentre gravi carenze di vitamina D danno un aumento del rischio del 125%.
Ovviamente sono necessarie altre conferme cliniche, ma sicuramente mangiare pesce grasso e/o assumere integratori a base di vitamina D può aiutare il nostro organismo.