Il sodio è il principale componente del sale da cucina. E’ naturalmente presente ovunque, in tutti i prodotti naturali, anche in alcuni frutti. Per non parlare poi dei prodotti dell’industria alimentare: anche il Nesquik lo annovera tra gli ingredienti e non è di certo nell’ultimo posto della lista.
Se poi vi piacciono le cose saporite diventa facile mangiarne in eccesso! L’Organizzazione mondiale della sanità ne raccomanda 2 g al giorno, corrispondenti a 5 g di sale da cucina. In realtà in media ne consumiamo quasi il doppio. E considerando che io non salo nemmeno l’acqua della pasta, c’è qualcuno che ne consuma anche di più!
Il problema è che l’eccesso di sodio è responsabile di più di 1 milione e 650 mila morti all’anno, che equivalgono a un decimo dei decessi dovuti a problemi cardiovascolari nell’intero pianeta.
Questo dato è emerso da uno studio americano pubblicato recentemente sul New England Journal of Medicine: i ricercatori hanno analizzato i dati relativi a 205 indagini sul consumo di sodio in 187 Paesi del mondo, uno studio che ha coinvolto 3/4 della popolazione mondiale.
L’allarme riguarda principalmente i Paesi in via di sviluppo, ma non c’è regione nel pianeta che non ecceda con il consumo di sodio. Gli effetti dell’eccesso di sale ormai sono noti:
- Aumento della pressione arteriosa
- Aumento del rischio di malattie cardiovascolari
- Rischio di malattie renali
- Tumore allo stomaco
Abituarsi a consumare meno sale è possibile, ma bisogna farlo gradualmente: il gusto va rieducato lentamente. Un primo passo potrebbe essere quello di sostituire il normale sale da cucina con sali aromatici e salamoie: nel pizzico che prendiamo per condire sono presenti molte erbe aromatiche che sostituiscono il sale anche nel sapore. Sono molto semplici anche da fare in casa e un regalo sicuramente gradito.
Il passo successivo potrebbe essere quello di utilizzare il gomasio: un condimento ottenuto con semi di sesamo tostati e sale grosso. Il sesamo, tra l’altro, è ricco di preziose sostanze quali calcio, ferro, potassio e fosforo, vitamina F e acidi grassi polinsaturi.
Diminuire gradualmente il sale utilizzato è un’operazione da fare, usando la testa, avendo sempre ben chiaro l’obiettivo che si vuole raggiungere.