Quella che un tempo veniva definita “flora batterica intestinale” ora viene più propriamente chiamata microbiota. E’ costituita da quella enorme quantità di batteri che popolano il nostro intestino e che hanno funzioni di primaria importanza:
- Disgregano le sostanze che il nostro organismo non è in grado di digerire come la cellulosa e le cartilagini
- Sintetizzano sostanze fondamentali come la vitamina K, indispensabile per la coagulazione del sangue
- Sono correlati a doppio filo con il nostro sistema immunitario
Viene a ragione considerato un vero e proprio organo metabolico, integrato nel nostro organismo, capace di svolgere funzioni che noi non riusciamo a compiere.
Ne fanno parte 100 trilioni di batteri, ma non sono gli stessi per tutti. Ogni persona ha una sua peculiare composizione, altamente variabile, anche se un nucleo fisso di microrganismi rimane comune a tutti quanti.
Negli ultimi anni, grazie al lavoro dei ricercatori, si è scoperto che la composizione del microbiota varia anche in funzione dell’alimentazione. Trovare il giusto equilibrio tra le numerosissime specie batteriche della nostra pancia, pur non essendo semplice, si sta rivelando di fondamentale importanza per:
- Prevenire le infezioni gastro-intestinali
- Per il buon funzionamento del sistema immunitario
- Per un ruolo protettivo nei confronti di obesità, diabete 2, malattie infiammtorie intestinali, tumori al colon
Fino a poco tempo fa la ricerca si era concentrata solo sui probiotici, i microrganismi buoni, quelli che hanno funzioni benefiche nel nostro intestino. Ora si sta capendo sempre più il ruolo di alcuni alimenti come:
- Il caffè
- Le Brassicacee (cavoli, broccoli, verza…)
- Gli alimenti contenenti fibra solubile
Uno studio recente, condotto dall’Università del Nebraska e pubblicato da International Society for Microbial Ecology, ha evidenziato come anche una piccola variazione della dieta verso cereali integrali abbia dato 3 risultati fantastici:
- ha migliorato la composizione del microbiota intestinale
- ha abbassato i livelli plasmatici di un potente mediatore infiammatorio (IL-6)
- ha ridotto il picco di glicemia successivo al pasto
Del resto, gli alimenti sono fonte di nutrienti, oltre che per l’uomo, anche per la popolazione microbica del tratto gastrointestinale ed è quindi evidente l’importanza di approfondire le conoscenze in questo campo. Attendiamo quindi con ansia i risultati di uno studio finanziato come “Programma di ricerca scientifica di rilevante interesse nazionale”, appena avviato in collaborazione con 10 centri di ricerca, per verificare l’influenza di tre tipi di dieta (onnivora, vegetariana e vegana) sulla composizione microbica intestinale e salivare.