Una sera mio marito mi ha chiesto: “Ma perché le diete all’inizio sono così rigide? Non si può mai sgarrare?”.
In effetti la prima fase della dieta generalmente è un po’ restrittiva e non ammette molti fuori-programma: il conteggio delle calorie che viene fatto in base alla valutazione del metabolismo basale e, di conseguenza, della stima del dispendio energetico, lascia poca autonomia rispetto ai consigli del nutrizionista, soprattutto se fino a quel momento si è gozzovigliato tra happy hour e pranzi dalla nonna!
Ma un motivo c’è. Anzi, più di uno!
E’ sicuramente vero che il metabolismo deve avere uno “scossone”: deve capire che d’ora in poi la musica cambia e cambia in meglio! La giusta proporzione dei cibi, le corrette associazioni, la scelta degli alimenti più sani, la regolarità dei pasti, qualche stratagemma e le ricettine giuste danno fin da subito effetti positivi sulla salute, sulla mente e sulla fiducia nelle nostre capacità.
Ma il vero motivo è molto più radicato nella nostra biologia, nella nostra mente, nella nostra storia.
Facciamo un paragone temporale. La Terra si è formata circa 7 miliardi di anni fa. L’Homo sapiens, da cui discendiamo, è comparso 200 mila anni fa. Una bella differenza!
Bene.
Se supponiamo che i 7 miliardi corrispondano a 1 anno, possiamo dire che l’Homo sapiens è apparso negli ultimi 30 secondi prima della fine dell’anno. La rivoluzione industriale, poi, che ha comportato tanti stravolgimenti nelle nostre abitudini alimentari, è avvenuta proprio allo scoccare della mezzanotte, quando si stappa lo spumante.
Cosa voglio dire con questo?
E’ come se l’uomo delle caverne, cacciatore affamato e stressato, fosse stato catapultato davanti a una tavola imbandita delle nostre, piena di hamburger, patatine, piatti pesanti e super-conditi, televisione accesa e sedia sotto il sedere tutto il giorno!
Come pensate si possa sentire? Come può il suo fisico, la sua mente, il suo DNA tollerare un cambiamento di questo tipo?
I nostri geni sono ancora quelli dell’uomo primitivo cacciatore; la realtà esterna è completamente diversa! Il nostro corpo è a dir poco confuso. Assimila tutto quello che mangiamo perché per lui ci può essere carestia da un momento all’altro, proprio come avveniva 200.000 anni fa: arriverà il momento in cui non si troveranno più prede da cacciare e, quindi, deve fare scorte di grasso per sopravvivere. Non ha ancora capito che ci sono i fast food aperti 24h su 24 e che ci piace stare fermi visto che non dobbiamo più rincorrere le lepri! I cambiamenti genetici sono estremamente più lenti di quelli storici e comportamentali.
La fase iniziale della dieta serve proprio a far capire al nostro corpo che è ancora così, che il fatto che il cibo arrivi sempre nella pancia in quantità enormi non è la regola, che d’ora in poi potrà ottimizzare le spese facendo i conti con le entrate, proprio come era abituato a fare migliaia di anni fa.
Se poi affianchiamo un’attività fisica regolare, il nostro cervello si resetta: “Allora siamo tornati competitivi! Allora devo essere scattante per inseguire le lepri! Devo essere in forma e più in forma degli altri se voglio mangiare!!”.
A questo punto, quando questo meccanismo si è innescato, possiamo anche andare a mangiare fuori una sera che non succede nulla!